L’Inventario della parrocchia stilato dal parroco di Rocchetta don Domenico Miretti nel 1894 è praticamente l’unica fonte che fornisce qualche brevissimo cenno sull’antica chiesa della frazione. “La prima Chiesa era la casa attuale dei Bruno Pietro e Giacomo fratelli, come lo attestano alcune antiche memorie e come si scorge ancora da alcune tracce, che vestono le sembianze d’una Chiesa”. Doveva trattarsi comunque di un edificio paragonabile per dimensioni ad una cappella, visto che nella seconda metà dell’Ottocento la nuova chiesa, era già ritenuta angusta, nonostante fosse già stata edificata in sostituzione della precedente proprio per avere spazi maggiori. L’antica parrocchiale era certamente intitolata a S.Andrea e non ancora alla Madonna della Neve. La parrocchia di S.Andrea del Foresto alla Rocchetta celebrava ancora agli inizi del 1500 l’anniversario della consacrazione il giorno 5 agosto, che curiosamente è il giorno della festa della Madonna della Neve. Purtroppo non esistono documenti attendibili per fissare con certezza la data in cui venne costruita la nuova chiesa. Molti elementi sembrano convergere su una datazione attorno al Seicento. Da quegli anni in poi, nell’archivio parrocchiale, non si parlò mai di erezione di una nuova chiesa, ma soltanto di ampliamento.
Nei primi anni del 1600 la chiesa di Rocchetta era ad una sola navata, coperta da soffitto, mentre il presbiterio era a volta. Vi si accedeva scendendo alcuni gradini. Il pavimento era in bitume e già nel 1612 il Vescovo prescrisse che venisse coperto in pietra. Una sola piccola finestra garantiva una flebile luce ed un ancor minore areazione. Non c’era la solita grande croce in ferro che dominava la scena e faceva da divisorio tra la navata ed il presbiterio. Sull’altare maggiore c’era un tabernacolo con pisside e ostensorio. La lampada era mantenuta dai fedeli. All’incirca a metà della navata era collocato il sepolcro, dove venivano seppelliti i preti. Addossato alla chiesa c’era il campanile, con due campane. Vicino alla parrocchia era situata anche la casa canonica, dove risiedeva il parroco.
Fino alla metà del 1700 non si riscontrano notizie di particolari lavori realizzati sulla chiesa di Rocchetta. Va però anche ricordato che tale comunità fu sempre molto povera e dunque assolutamente priva di mezzi per permettersi di ampliare o abbellire la propria chiesa. Poi, gradualmente, cominciarono le prime opere, più o meno importanti. Nel 1764 venne costruito l’uscio barocco della chiesa, mentre l’anno seguente si intervenne sul campanile in parte diroccato, rifacendone la porzione superiore. Risale a quel periodo la progettazione dell’antica cupola, da parte dell’architetto Borda di Saluzzo, che poi si occupò anche di quella del capoluogo. Per annotare dei lavori di una certa entità occorre però arrivare all’Ottocento.
La chiesa di Rocchetta fu ampliata una prima volta dal parroco don Giorgio Calandra (1831-1854). Abbattè l’antico porticato largo “circa un trabucco” antistante la porta maggiore e ampliò leggermente l’unica navata, dando luogo a due piccole navate laterali, in uno con la principale. Si trattò di un primo passo verso il reale allargamento della chiesa. Fu infatti don Domenico Miretti ad operare il più robusto intervento di ampliamento. Essa risultava “molto stretta così che nelle feste solenni a stento poteva contenere tutti i parrocchiani”. Nel 1871 lo stesso prevosto fece aggiungere delle “tragette” in cima e in basso al portone in noce della chiesa, per maggiore sicurezza. Durante la sua reggenza una volta un ladro penetrò in chiesa e poi in sacrestia, rubando dalla bussola circa 20 lire.
Grazie a don Miretti la chiesa di Rocchetta ha assunto definitivamente le attuali sembianze. Esternamente ha una sola navata, mentre all’interno, oltre alla navata principale, vi sono due piccole navate laterali, che giungono fino a metà dell’edificio. Da oltre 160 anni si trova in chiesa la statua della Madonna della Neve. Fu costruita da un certo Marengo di Saluzzo, che la indorò con oro zecchino. Costò 650 lire e fu portata in processione per la prima volta l’ultima domenica di luglio 1844. Questo conferma che la tradizione di celebrare la festa patronale nel mese di luglio è piuttosto antica. La chiesa è dotata di due altari laterali. Uno è dedicato a S.Antonio Abate, dirimpetto al quale v’è l’altare della Madonna del Rosario.
Curiosamente il Vescovo di Saluzzo, mons. Alfonso Di Monale offrì personalmente un contributo per i lavori di ampliamento della chiesa di Rocchetta. Nel 1842 lo stesso Vescovo, durante la sua prima visita pastorale a Rocchetta, aveva ordinato l’eliminazione dell’antico Battistero in quanto irregolare, “non avente più la ringhiera e poi anche perché era d’impaccio alla gente nell’entrare ed uscire di Chiesa”. Memore forse di quella imposizione, mons. Di Monale regalò qualche anno dopo, il supporto del nuovo battistero, che costò 60 lire. Fino al 1870 non esistevano i banchi nella chiesa, ma solo alcune “banchette senza schienale”. Nel 1885 don Domenico Miretti acquistò banchi veri con schienale, spendendo 110 lire. Nel 1890 la comunità, su proposta dello stesso parroco, fece restaurare i pavimenti dei quattro piani del campanile e la copertura del campanile stesso. La campana grande, sostituita dopo la rottura della precedente il 26 luglio 1862, pesava 290 kg. Quella piccola fu provvista nel 1831 e pesava 110 kg, ma fu rotta dal sagrestano, e sostituita il 7 giugno 1880, con un’altra del peso di 134 kg, per un costo di 463,50 lire, realizzata dalla ditta Mazzola di Torino.
Nello stesso anno si provvide alle pitture interne, sempre a spese in parte dei parrocchiani, in parte della chiesa. Sull’ingresso dell’edificio c’è una croce in ghisa alta circa un metro, collocata nel 1873, in occasione della visita pastorale di mons. Monale. Il tetto, che nel 1894 era in tegole, fu poi rifatto successivamente. Ecco un resoconto delle principali spese fatte per la chiesa ed elencate dal parroco don Domenico Miretti.
Quasi a metà della chiesa, ancora oggi è ben visibile l’antico sepolcro, ricoperto da una lapide indicante l’anno 1952 quando la parrocchia venne rimessa a nuovo da don Bima. Lì vennero sepolti i parroci fino a don Giorgio Calandra, il primo prevosto ad essere sepolto nell’antico cimitero attiguo alla chiesa (1854).
L’altare maggiore prevede l’accesso al coro da entrambe le parti. Ai lati dell’altare di S.Antonio v’erano due icone, una per la Madonna della Neve, l’altra per quelli che erano i patroni della parrocchia, S.Vincenzo ed Anastasio martiri. Oltre alla festa patronale della Madonna della Neve si celebrava poi la festa di S.Vincenzo e Anastasio martiri, l’ultima domenica di agosto. Importanti anche le feste di S.Lucia e di S.Antonio abate con la distribuzione del pane benedetto, celebrazione prima sospesa e poi ripresa all’inizio del 1900 quand’era parroco don Martina. Nella sacrestia c’era un quadro raffigurante il parroco don Costanzo Einaudi, insigne benefattore della chiesa di Rocchetta.
Una volta ampliata la struttura, nel Novecento vennero periodicamente apportate delle modifiche migliorative alla chiesa facendone un prezioso gioiello sacro. Nel 1905 il pittore Ernesto Giacone di Revello fu incaricato della pulizia, decorazione e pittura della parrocchiale. Nel 1924 venne abbattuto l’antico altare maggiore ormai deteriorato, per costruirne un altro in marmo, che fu consacrato dal Vescovo mons. Oberti il 24 maggio 1924. Costò 11.500 lire. Due anni più tardi si rese necessario il rifacimento della cupola del campanile. Il costo fu di 1.416 lire, ma alla spesa concorse anche il Comune.
Nel 1928 fu rimossa la vecchia balaustra in legno, sostituita da una balaustra in marmo, che costò 5.000 lire. Nel 1937 il parroco don Guglielmo Alberto, dopo aver celebrato in maniera modestissima il proprio Giubileo sacerdotale, inviò a tutti i parrocchiani della Rocchetta una circolare nella quale furono illustrati i lavori di cui necessitava la chiesa.
Altre importanti opere di restauro della chiesa vennero compiute tra il 1940 ed il 1941 dall’allora parroco don Angelo Parizia. Anche don Costanzo Bima non si sottrasse ad apportare migliorie alla chiesa. Nel 1951 venne benedetta, nel mese di novembre, la nuova campana “dal suono armonico e squillante fornita dalla ditta Achille Mazzola di Valduggia”. Gli interventi voluti dai parroci in tempi più recenti sono stati continui e sistematici, rivelando una grande attenzione ed una altrettanto grande generosità della popolazione della Rocchetta.